Inaugurate, all’ospedale di Circolo di Varese, due nuove sale operatorie ibride, spazi procedurali avanzati che combinano alla sala operatoria tradizionale un tavolo chirurgico multifunzionale e apparecchiature per la diagnostica per immagini molto sofisticate.
La realizzazione di questi due spazi è avvenuta grazie a un finanziamento regionale di 3,5 milioni di euro che ha permesso di dotarli con sistemi di imaging differenti, ovvero angiografo e TAC, che possono essere di supporto a molteplici specialità cliniche: cardiologia interventistica, cardiochirurgia, chirurgia vascolare, neurochirurgia, neuroradiologia, otorinolaringoiatria, chirurgia toracica, chirurgia oncologica, urologia, ortopedia, eccetera.
Proprio per questo utilizzo multidisciplinare, le due sale sono caratterizzate da estrema versatilità e importanti capacità di produzione di imaging, tra l’altro diversificato per modalità, distretto corporeo e tipologia di utilizzo, oltre a tutte le tecnologie necessarie per riprendere e condividere a distanza la procedura.
Nel dettaglio, le due sale possono disporre entrambe della TAC intraoperatoria che si trova a riposo tra le due sale e che può essere chiamata in azione scorrendo sugli appositi binari che consentono l’esecuzione dell’esame in una sala o nell’altra, mantenendo il paziente sul letto operatorio.
Una sala, inoltre, dispone di un angiografo grazie al quale si possono sovrapporre e sincronizzare immagini bidimensionali con quelle tridimensionali, aumentando la quantità di informazioni a disposizione del professionista integrando quelle offerte dalla TAC. Tutte le apparecchiature installate, non solo quelle radiologiche, sono top di gamma e fortemente integrate tra loro per ottimizzare il workflow operatorio.
Questa dotazione tecnologica così avanzata e così ben armonizzata all’interno dell’ambiente operatorio consente di massimizzare l’efficacia e l’appropriatezza delle procedure, sia quelle in elezione, sia quelle in urgenza, dallo stroke all’infarto, ai politraumi. Per questo la doppia sala ibrida del Circolo ha trovato una doppia giustificazione: una legata alla presenza di tutte le specialità chirurgiche che ne possono beneficiare e l’altra connessa al ruolo del nosocomio quale sede di DEA di III livello, Centro Traumi ad alta Specializzazione e hub della rete stroke.
«Dietro l’eccellenza della sanità varesina si celano diversi fattori – ha dichiarato il governatore di Regione Lombardia Attilio Fontana, presente all’inaugurazione – Innanzitutto, la professionalità e la dedizione del personale sanitario, che mettono al centro le esigenze del paziente. In secondo luogo, e lo vediamo chiaramente oggi in questa inaugurazione, la modernità di questa nuova tecnologia, che consente di offrire prestazioni sempre più accurate ed efficaci. Questi elementi, combinati tra loro, contribuiscono a rendere questo Ospedale un punto di riferimento a livello regionale e nazionale».
«Tutti i medici della Svizzera verranno a Varese: è questo in estrema sintesi il vero obiettivo della sanità lombarda – ha aggiunto l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso – Questa inaugurazione dimostra come rendiamo attrattiva la nostra sanità. Sicuramente, ci stiamo impegnando per fare di più con incentivi economici per il personale sanitario senza tralasciare l’importanza della sicurezza per il personale sanitario, e di questo aspetto ringrazio il Questore e il Prefetto di Varese che si stanno impegnando al massimo per risolvere questo problema. La vera innovazione non è tanto la nuova sala operatoria ibrida, ma la capacità dei cinque direttori di dipartimento di fare squadra. Lavorare insieme è la cosa più difficile e loro hanno raccolto questa importante sfida che deve essere da esempio per tutte le Strutture del Sistema Sanitario Regionale».
A esprimere gratitudine per l’opera realizzata al Circolo anche il Prefetto di Varese Salvatore Pasquariello e il sindaco di Varese Davide Galimberti, che si sono complimentati con i professionisti sanitari, «altamente qualificati e stimati», ribadendo la vicinanza delle istituzioni all’ospedale.
«Questa giornata – ha affermato il Direttore generale di ATS Insubria Salvatore Gioia – è un chiaro esempio di integrazione sul territorio per le cure dei cittadini», mentre il Direttore generale di ASST Sette Laghi Giuseppe Micale ha condiviso la propria soddisfazione per la conferma dell’appartenenza «del nostro ospedale nel novero degli ospedali più moderni e attrezzati, più specializzati e completi d’Italia».
«Non inauguriamo uno spazio super attrezzato, – ha aggiunto – inauguriamo un nuovo modo di fare interventistica, chirurgia e, più in generale, un nuovo modo di fare quello che per cui esistiamo da 851 anni: un nuovo modo, sempre più performante, sempre più capace di coniugare le potenzialità delle macchine con l’insostituibile atto umano, di fare cura. Siamo profondamente grati a Regione Lombardia per averci permesso questo risultato, ma so fin da ora che non si tratta di un punto di arrivo: abbiamo altri progetti altamente innovativi in mente, abbiamo gli specialisti adatti a farne tesoro, e so che Regione continuerà a investire su di noi, nell’interesse dei nostri pazienti».
«Quello che celebriamo oggi – hanno dichiarato i direttori dei Dipartimenti coinvolti, la dottoressa Battistina Castiglioni, il professor Angelo Tagliabue e i dottori Alessandro Bacuzzi, Leonardo Callegari e Andrea Rizzi – è uno degli investimenti più significativi in questa crescita. E non ci riferiamo solo all’aspetto economico. È l’investimento di un capitale umano che ha creato la grande squadra del Progetto Ibrida Varese, dove ognuno per la propria specifica competenza ha contribuito a fare si che il sogno diventasse realtà».
«Oggi inauguriamo un nuovo spazio d’azione per tutti i reparti compresi nei nostri cinque dipartimenti e, in prospettiva, molti di più. Oggi – hanno aggiunto i cinque direttori – inauguriamo due sale operatorie che sono in realtà anche spazi di diagnostica, di emodinamica avanzata e complessa, di elettrofisiologia ed elettrostimolazione, di Chirurgia vascolare e di Radiologia interventistica, di Neurochirurgia e Neuroradiologia, di tutte le specialità chirurgiche che troveranno nella sala ibrida il campo d’azione di nuove modalità operative, di nuovi paradigmi organizzativi, di nuove, straordinarie, nel senso letterale del termine, opportunità. Opportunità per noi professionisti, di affrontare sfide sempre più complesse, in modo sempre più efficace. Opportunità per i pazienti, per ottenere risposte sempre più precise, tempestive, complete, personalizzate grazie al lavoro di equipe multidisciplinari che insieme, nello stesso spazio, possano affrontare anche le situazioni più complesse».
«Inauguriamo uno spazio che è anche tempo, tempo di integrazione, di formazione, di ricerca. Inauguriamo una vera rampa di lancio per il nostro ospedale che ha sì sulle spalle 851 anni di storia, che sì, oggi, celebra 50 anni di superspecialità, ma che resta agile e desideroso di futuro. E noi, che rappresentiamo il presente, – hanno concluso – siamo qui a dirvi che siamo decisi a fare la nostra parte per continuare a costruirlo, questo futuro, grati a chi ci offre l’opportunità di operare con risorse così straordinarie, orgogliosi per quello che abbiamo realizzato ed entusiasti dell’idea di poter andare molto oltre».
«La diagnostica per immagini è un settore tecnologico in continua innovazione. Pertanto, acquisire le immagini anatomiche in modalità sempre meno invasiva e con risoluzione e qualità sempre più elevata significa poter mettere nelle mani dello specialista una lente di ingrandimento potente – ha affermato in conclusione il direttore dell’Ingegneria Clinica di ASST Sette Laghi Silvia Del Torchio – I vantaggi derivati sono letteralmente rivoluzionari perché cambiano la precisione e l’accuratezza dell’atto medico/chirurgico, ne riducono l’invasività e quindi i rischi di complicazioni e rendono l’atto stesso più veloce. Inoltre, l’intervento può diventare realmente personalizzato poiché gli esiti intra-operatori sono monitorabili in tempo reale. Tutto questo viene esaltato dove il meglio delle tecnologie per immagini sono presenti, ovvero all’interno di una sala ibrida».
«Le sale operatorie integrate nascono all’inizio degli anni 90’ e si può dire che raggiungano con la sala ibrida un livello di innovazione tecnologica unico, creando una realtà nella quale le tecnologie amplificano reciprocamente i propri effetti. Questo consente di realizzare gli interventi con una precisione impossibile in una sala operatoria tradizionale. Ringrazio Regione Lombardia e la mia azienda – ha concluso – per l’opportunità concessami nell’aver preso parte alla realizzazione di un progetto di elevata portata tecnologica ed innovativa».
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