24 Maggio 2017

Il luinese Zanatta in partenza per la Norvegia per studiare il drastico scioglimento dell’Artico

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“Dare una mano a capire meglio questo ecosistema e magari provare proteggerlo”. Con queste parole si chiude l’intervista che abbiamo fatto al ricercatore luinese Marco Zanatta, che si era raccontato qualche tempo fa nella nostra rubrica “Luinesi all’estero”, e che oggi si appresta a partire, a bordo del rompighiaccio “Polarstern”, per l’Artico. Così sono andato ad intervistarlo per capire quali saranno gli obiettivi della spedizione di cui farà parte e che durerà quattro settimane.

Il luinese Zanatta in partenza per la Norvegia per studiare il drastico scioglimento dell’Artico. Quando un amico si trasferisce all’estero e sono poche le volte in cui ci si incontra durante l’anno, in quelle occasioni si cerca di raccontarsi tutto delle proprie vite. E’ questo il rapporto che mi lega a Marco Zanatta, luinese doc, che, dopo aver frequentato il Liceo Scientifico di Luino, si è trasferito da un anno circa a Brema, dove ora è ricercatore presso l’Alfred Wegener Institut, istituto specializzato in ricerca scientifica ai poli. Oggi partirà dal porto della città tedesca a bordo del rompighiaccio “Polarstern”, con lo scopo di studiare il drastico scioglimento dell’Artico. Mi ha raccontato quello che il team di cui fa parte sarà impegnato a svolgere in due mesi di missione.

Il team di cui fai parte di cosa si occupa quotidianamente?

Lavoro all’Alfred Wegener Institut, istituto specializzato in ricerca scientifica ai poli. La mia sezione, fisica del ghiaccio marino, si occupa di documentare e comprendere i motivi del drastico scioglimento della banchisa Artica. Nello specifico il mio gruppo si interessa al contributo degli aerosol sull’aumento della temperatura negli strati più bassi dell’atmosfera, e di conseguenza l’impatto sullo scioglimento della neve che ricopre il ghiaccio marino.

Che tipo di spedizione sarà quella che inizierai oggi?

La spedizione con il rompighiaccio “Polarstern” (Stella Polare), coinvolge una quarantina di scienziati appartenenti a numerosi istituti europei e interessati in differenti temi, dalla biologia marina alla paleoclimatologia. La Polarstern lascerà Bremerhaven proprio oggi, 24 maggio, per dirigersi a nord in direzione delle Svalbard (Norvegia). Dalle Svalbard navigheremo in direzione Nord-Ovest per inoltrarci nel pack. La campagna ha una durata totale di otto settimane, io prendo parte alle prime 4, durante le quali il soggetto di ricerca principale è di carattere fisico e chimico, nella seconda prettamente biologico.

Come si svolgerà la spedizione? Quali saranno i tuoi compiti?

Durante tutta la spedizione misureremo le concentrazioni atmosferiche di black carbon, particelle emesse nei processi di combustione che contribuiscono a riscaldare l’atmosfera ed, una volta depositate, accelerano il processo di fusione della neve. Non appena raggiungeremo la banchisa, le nostre attività si sposteranno sul ghiaccio, dove raccoglieremo campioni di neve e ghiaccio, per quantificare la presenza di black carbon e monitorarne le caratteristiche fisico-chimiche (temperatura, dimensione dei cristalli, densità). Il fine ultimo è quello di capire se, in che modo e in quale entità il black carbon possa alterare le proprietà della neve accelerandone lo scioglimento.

Come ti sei preparato per questo mese da passare sull’artico?

I preparativi per la campagna di misura sono cominciati ad agosto dell’anno scorso, in modo da coinvolgere il più possibile altri gruppi di ricerca ed elaborare una comune strategia con consistenti e condivisi fini scientifici. Questa parte è stata la più facile. Viste le condizioni climatiche estreme, gran parte della preparazione è stata dedicata all’organizzazione logistica: corsi di sopravvivenza, certificazioni, assicurazioni, permessi e spedizione di materiale. Un’altra parte ha previsto lo sviluppo degli strumenti di misura, per questo ci sono voluti quasi sei mesi, in collaborazione con un’azienda americana.

Dopo l’esperienza tra Grenoble e Zurigo, com’è cambiato il tuo lavoro a Brema?

Se a Zurigo e Grenoble mi occupavo prettamente di scienza, all’AWI ho multiple mansioni che coinvolgono direttamente la ricerca, come questa spedizione, ed altre che prevedono educazione, sviluppo tecnologico e sviluppo di progetti. In poche parole sono passato da essere un dottorando a un ricercatore vero.

Cosa ti aspetti oggi da questa spedizione?

Ho già visitato l’Artico nel 2012, mi ricordo che non appena sorvolammo il pack e i ghiacciai delle Svalbard mi mancò il fiato. Niente è come lassù, ghiaccio e neve intorno a te per centinaia di chilometri. Ti ritrovi a contemplare tutto questo bianco come un ebete fino a renderti conto di quanto la natura sia straordinaria. Quello che mi aspetto da questa spedizione è di provare le stesse emozioni, ma anche di dare una mano a capire meglio questo ecosistema e magari provare proteggerlo.

Per ulteriori dettagli sulla spedizione sull’Artico di Marco Zanatta, consultare il sito della “Polastern” dell’Alfred Wegener Institut.

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